L'obesità è uno stato della psiche, una malattia causata dalla noia e dalla disillusione (Alberto Lodispoto)
Obesità infantile
Nel 2014, in Italia, circa il 21% dei bambini della terza classe primaria era in sovrappeso e il 10% obesi, con prevalenze più alte nelle regioni del sud e del centro
L’obesità infantile, oltre a predisporre ad una obesità in età adulta, determina complicanze metaboliche già in età pediatrica, come:
l’insulino-resistenza, che si lega al probabile sviluppo di diabete in età adulta, è generalmente indicata dalla presenza iperpigmentazione brunastra localizzata a livello di collo, ascelle o regione pubica
la dislipidemia, con aumento dei trigliceridi e diminuzione delle HDL, è la forma più comune di alterazione del profilo lipidico associata a obesità e si manifesta nel 42% dei casi in bambini obesi, soprattutto in coloro che hanno un’obesità di tipo viscerale;
la sindrome metabolica caratterizza il 4-6% dei soggetti sovrappeso e il 28-30% dei soggetti obesi. Il sesso femminile è maggiormente colpito, soprattutto durante la pubertà
l’accumulo di grasso a livello epatico con quadri clinici che vanno dalla semplice steatosi alla steatoepatite non alcolica che può progredire in fibrosi e cirrosi
Le abitudini alimentari sono essenziali nella comprensione dello stato di salute del bambino e, se inadeguate, insieme a un stile di vita poco attivo, possono favorire l’aumento di peso in età evolutiva. Le abitudini alimentari maggiormente correlate con un incremento dello stato ponderale in età pediatrica sono riferiti a una assente o inadeguata colazione, un eccessivo consumo di bevande zuccherate/gassate, spuntini troppo abbondanti, scarso consumo di frutta e verdura
L’approccio più efficace è quello che stabilisce l’obiettivo di un cambiamento permanente delle abitudini alimentari e dello stile di vita del paziente e che coinvolga l’intero nucleo familiare