Patologie Trattate

Il cibo per prevenire e curare le malattie !

A quali pazienti è rivolto il mio aiuto?

Mi occupo di Programmi alimentari personalizzati ed educazione alimentare in caso di malnutrizione, sovrappeso, obesità, anoressia, bulimia,  diabete mellito, cardiopatie, dislipidemie, sindromi da carenza vitaminica e minerale, allergie o intolleranze alimentari,  ipertensione arteriosa, osteoporosi,  insufficienza renale, apnee notturne, patologie gastrointestinali (colon irritabile, intolleranza a glutine e lattosio), malattie neurodegenerative (Parkinson e ritardi mentali) in patologie tumorali (tumori  del  tratto gastroenterico, tumore alla mammella).

Programmi alimentari personalizzati ed educazione alimentare in condizioni di vita particolari: ritmi di lavoro stressanti, gravidanza, allattamento, menopausa, terza età, attività sportiva, o in soggetti che seguono regimi alimentari vegetariani, vegani.
Poco dopo il nostro primo incontro, tendenzialmente ad una distanza di 2-5 giorni, verrà inviato via mail vostro piano alimentare personalizzato via email.

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Altre patologie trattate

Nei criteri NCEP: ATP III 2005 (National Cholesterol Education Program: Adult Treatment Panel III) la sindrome metabolica prevede la presenza di 3 o più dei seguenti elementi:

  • Obesità addominale (circonferenza vita: uomini >102 cm, donne >88 cm);
  • Ipertrigliceridemia (>150 mg/dl), oppure trattamento farmacologico in atto per ipertrigliceridemia;
  • Basso colesterolo HDL (uomini <40 mg/dl, donne <50 mg/dl), o terapia farmacologica specifica;
  • Ipertensione arteriosa (>130 mmHg di sistolica e >85 mmHg di diastolica), oppure trattamento farmacologico in atto;
  • Iperglicemia (a digiuno >100 mg/dl) o terapia farmacologica specifica, o precedente diagnosi di diabete mellito di tipo 2;

Sono da segnalare nuovi riscontri per la comorbilità associata a malattie reumatiche: sia la psoriasi che l’artrite psoriasica sono state associate a sindrome metabolica. Il punto cruciale per la gestione dell’obesità è la perdita di peso annua, quantificabile in almeno il 10% del peso all’inizio del trattamento: l’obiettivo finale da raggiungere sarebbe un BMI che si aggiri sui 25 kg/m2 in un periodo di tempo adeguato.

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo di insulina che consente all’organismo di utilizzare il glucosio per i processi energetici all’interno delle cellule.

Quando l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale (iperglicemia) favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.

Non bisogna sottovalutare alcuni fattori di rischio che rendono alcune persone più predisposte di altre a sviluppare il diabete di tipo 2.

I principali fattori di rischio sono:  Obesità (BMI maggiore o uguale a 30 kg/m2 per il DM2);  Inattività fisica, Ipertensione (PAS maggiore o uguale a 140 mmHg e\o PAD maggiore o uguale a 90mmHg),  Colesterolo HDL (minore o uguale a 35 mg/dl),  Trigliceridi (maggiori o uguali a 250 mg/dl)

Il primo approccio: dieta ed esercizio fisico

E’ possibile che le sole modifiche allo stile di vita (dieta + esercizio fisico) abbiano già un effetto rilevante sulle condizioni fisiche, soprattutto nel caso di persone in sovrappeso che riescono a dimagrire.

Riferisce ad un aumento del colesterolo trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL), comunemente definito “colesterolo cattivo”.

L’ipercolesterolemia aumenta il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari come l’infarto miocardico e l’ictus cerebrale

La terapia dell’ipercolesterolemia prevede come intervento iniziale e imprescindibile una dieta a basso contenuto di grassi saturi (inferiore al 7% delle calorie totali) e in particolare di colesterolo (meno di 200 mg giornalieri).

Solo nel caso in cui la dieta risultasse inefficace ad ottenere una soddisfacente riduzione della colesterolemia è prevista la contemporanea assunzione di farmaci, che debbono essere comunque affiancati alla dieta.

Alla dieta deve essere affiancato uno stile di vita adeguato, che, secondo le linee guida dell’Adult Treatment Panel, deve comprendere regolare attività fisica, interruzione del fumo e riduzione di peso.

L’ipertrigliceridemia è la condizione in cui i livelli di trigliceridi nel sangue sono elevati (>150 mg/dL).

I livelli dei trigliceridi possono essere influenzati da fattori quali:

  • dieta, età, stile di vita;
  • una serie di condizioni mediche;
  • alcune terapie farmacologiche;
  • disturbi metabolici.

L’ipertrigliceridemia è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattia coronarica (infarto), epatica (steatosi epatica) e pancreatica. Si associa spesso all’aumento dei livelli di pressione arteriosa e rappresenta la seconda causa di dislipidemia.

L’efficacia  delle  modifiche  dello  stile  di  vita sui  livelli  di Trigliceridi è  ben  documentata. A tutti  i  pazienti  con  obesità, sindrome  metabolica o  diabete mellito di tipo  2 dovrebbero essere obbligatoriamente  raccomandati riduzione del  peso insieme  a un programma  di regolare  attività  fisica di  intensità  moderata,  che possono ridurre la trigliceridemia del 20-30%.

L’uso di farmaci per abbassare i trigliceridi dovrebbe essere preso in considerazione  solo in soggetti con trigliceridemia >200 mg/dL che persiste dopo il tentativo di modifica dello stile di vita. I presidi farmacologici disponibili sono le statine, i fibrati, l’acido nicotinico e gli acidi grassi omega3.

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